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Molto spesso i depositi dei Musei conservano opere che non meriterebbero di restare sconosciute al pubblico, ma la scelta è forzata: quasi sempre per motivi di spazio, a volte per ragioni conservative, altre per logiche espositive che prediligono percorsi storico-artistici a scapito di altri. Eppure non è raro perlustrare questi depositi e imbattersi, se non proprio in capolavori, per lo meno in testimonianze preziose e importanti per concretizzare quella che secondo noi è una delle funzioni sostanziali di un museo, vale a dire aiutare a conoscere. Il Museo che il cardinale Giovanni Maria Riminaldi pensò per Ferrara, contestualmente alla Riforma dell'Università a cui diede avvio nel 1771, proviene proprio in stragrande maggioranza dai depositi, che oggi diventano proptagonisti di una vicenda fino a ora conosciuta soltanto dagli addetti ai lavori, ma che in verità merita di entrare nuovamente in quel circuito culturale che ci dà il senso di appartenenza alla città e alla storia.